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"Finiremo tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili” (V. Foa)
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May 12 23 tweets 5 min read
Paneroni, chi è costui?
Paneroni sono io teste di rapa.
Giovanni Paneroni per la precisione, nato a Rudiano, in provincia di Brescia, il 23 gennaio del 1871, qualche giorno prima che Roma diventasse la capitale d'Italia.
Fu papà Battista a indirizzarmi agli studi. Prima le scuole elementari, che per l'epoca rappresentavano già un traguardo non indifferente, e poi il collegio vescovile a Bergamo, dove rimasi due anni.
Lasciai per mancanza di vocazione, ma quelle basi mi servirono per dare vita a quell’idea rivoluzionaria.
May 10 16 tweets 5 min read
Ci mancava pure il film.
Con tutti quegli Oscar poi.
Lo so che su Wikipedia è scritto chiaro “il film è tratto dall'omonima opera teatrale…”, ma sapete quanta gente pensa sia un film storico?
Ma dai.
Dovevate scriverlo a chiare lettere: OPERA DI FANTASIA! Tutta colpa di quel russo, Aleksandr Sergeevič Puškin, e del suo microdramma.
Da lì la pièce teatrale in due atti scritta da Peter Shaffer.
E ora questo film.
Tutto per cercare di convincere la gente che io quello lo odiavo.
Tanto da ucciderlo.
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May 8 13 tweets 5 min read
Sorrido quando leggo che il blues è nato quella notte all’incrocio tra le Highway 61 e 49 a Clarksdale.
Perché vi garantisco che non firmai nessun patto col diavolo, barattando la mia anima, per diventare il più grande bluesman della storia. Certo.
Strano era strano.
I vari musicisti che mi avevano conosciuto prima di quella notte erano concordi nel ritenere goffo il mio modo di suonare la chitarra.
Invece ero riapparso dopo quella notte dotato di una bravura e di un'espressività tali da lasciare tutti a bocca aperta Image
May 6 20 tweets 6 min read
«Sono sei miglia al largo di Arenzano, altezza duemila piedi. Posso scendere?»

«Non c’è traffico. Scendete pure»

Sono quasi le 19.
E’ una bella domenica e ho approfittato per fare un volo d'addestramento a bordo di questo stupendo Augusta Bell 205. L'Augusta Bell 205 è un elicottero nuovo e moderno rispetto al vecchio Agusta Bell 47 G 3B-1 con cui ho operato per tanto tempo.
Quante missioni abbiamo compiuto insieme.
E quante vite ho salvato nelle oltre 3.500 ore di volo Image
May 4 20 tweets 8 min read
E' il 7 luglio 1929.
A Roma, allo Stadio Nazionale del PNF, si assegna il campionato di calcio, ultimo campionato a gironi.
Se lo contendono il Bologna e il Torino.
3-1 all’andata per il Bologna, 1-0 per il Torino al ritorno.
Niente differenza reti all’epoca.
E’ spareggio.
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Sinceramente a me interessava poco quella partita.
Non fosse altro per i miei 10 anni.
Con i miei amichetti avevo deciso di andare all’Adda a fare il bagno.
Noi ragazzi poveri di Cassano d’Adda ci divertivamo così, malgrado fossimo a conoscenza della pericolosità del fiume. Image
May 2 23 tweets 7 min read
Scendemmo giù a Curenna, frazione di Vendone, la vigilia di Natale del 1943.
Sapevamo che gli abitanti ci appoggiavano, infatti ci fecero trovare due pentoloni di castagne e pranzo assicurato anche per il giorno successivo.
Il loro regalo di Natale. Image Con il parroco sempre in prima fila.
Per quello aspettammo il suo ”andate, la messa è finita” per intonare quella nuova canzone.
Una esecuzione un po’ stonata lo ammetto, ma era una bella canzone.
Era la nostra canzone. Image
Apr 30 18 tweets 4 min read
Domani, 1° maggio, ricorre il 30° anniversario della morte di Ayrton Senna, che ha perso la vita durante il Gran Premio di San Marino del 1994.
Lui era il primo della classe, giusto così. Giusto che la gente commemori un campione come lui.
Anche mio figlio Roland aveva rincorso quel sogno, esattamente come lui.
Ed era riuscito a realizzarlo.
Anche se solo a trentaquattro anni.
Apr 28 22 tweets 7 min read
Salve a tutti.
Mi chiamo Angela Gozzi.
O meglio, Maria Angela Gozzi.
Lo so cosa state pensando.
Questo nome non vi dice niente.
Siete perdonati.
Di me si è parlato solo per qualche giorno, più di cinquant’anni fa.
Sapete com’è fatto Johannes.
Ama raccontare queste storie. Image Mi chiamo Angela Gozzi.
E questo ve l’ho già detto.
Comasca, nata a Erba, comune di origine anche della mia famiglia.
Col tempo ci eravamo trasferiti a Bergamo, in una palazzina nel rione di Torre Boldone.
All’epoca dei fatti frequentavo le scuole magistrali in città.
Apr 26 24 tweets 6 min read
Se sono arrabbiato? Se sono arrabbiato?
No, tranquilli, non sono arrabbiato, SONO INFURIATO!!!
Ma cosa vi è venuto in mente di dare a quella storia quell’assurdo significato?
La mia storia voleva renderlo uno spauracchio, da cui stare lontani.
Altro che incentivo. Me l’aveva raccontata, simile alla mia, un mio arciere, Pellegrino si chiamava, mentre a cavallo percorrevamo insieme la strada che da Gradisca porta a Udine.
Forse per distrarmi, forse per convincermi che in fondo se ne poteva fare a meno, perché nascono solo guai e disastri.
Apr 25 25 tweets 6 min read
Mi chiamavano “il tessitore”, ma sono sempre stato per tutti solo il “Bepi”.
Per il mio carattere, per quello che ho passato e per come è finita, la voglia di raccontarvi la mia storia è poca, anzi pochissima.
Ma per Johannes deve essere raccontata.
Dice che la gente deve sapere. Mi chiamo Giuseppe Signorelli e sono nato a Bergamo il 18 settembre 1907.
Come molti ragazzi ho frequentato le scuole professionali indirizzo meccanico, riuscendo ad entrare ancora giovane alla Dalmine.
Con una mansione che mi aiutò moltissimo, quando venne il momento.
Apr 23 25 tweets 7 min read
“Nessuno muore su questa terra finché vive nel cuore di chi resta”.
Vero.
Secondo Johannes, ed è il motivo per cui le racconta, “Nessuno muore finché c’è qualcuno disposto a raccontarne la storia”.
Per quanto riguarda la mia, diciamo che per tutti sono ormai morto e sepolto. Da tempo.
E mi dispiace.
Per la mia Bergamo, culla delle maschere, lustro del teatro, vanto della Commedia dell'Arte.
La città dove sono nato, dove ho vissuto, prima di trasferirmi all’estero.
Dove poi mi hanno cambiato.
Nel vestire, nel carattere, nel modo di affrontare la vita.
Apr 21 25 tweets 6 min read
Di regola Johannes lascia a voi lettori la curiosità di scoprire il nome del protagonista delle sue storie.
Con me non serve.
Mi chiamo Carl Wilhelm Scheele, chimico farmaceutico svedese.
Perché Isaac Asimov mi definì "Scheele lo sfortunato?"
Leggete la mia storia e capirete. Image Sono nato il 9 dicembre 1742 a Stralsund, nella Pomerania occidentale, all'epoca un dominio svedese.
Dovete sapere che la distinzione tra alchimia e chimica intesa come scienza risale al 1661, con “The Sceptical Chymist di Robert Boyle”, primo trattato a operare una distinzione.
Apr 18 16 tweets 7 min read
Lo dico subito per evitare equivoci.
La mia storia non può essere raccontata in un semplice thread, tali e tante sono state le vicissitudini che hanno caratterizzato la mia vita.
Non ultima la mia morte.
Quindi poi approfondite.
Vi assicuro che ne vale la pena. Image Di me hanno detto e scritto di tutto.
Icona di una generazione. Vero.
Una party girl scatenata. Esagerati.
Donna fragile e sfortunata. Insomma.
Moglie amata e allo stesso tempo odiata che ha incarnato l'idea di divertimento senza remore e senza preoccupazioni.
E’ forse un male? Image
Apr 16 25 tweets 7 min read
Johannes, questa la voglio dire.
Volete continuare a distruggere il globo terracqueo senza pensare al futuro dei vostri figli e a quello dei figli degli altri?
Fate pure, non saranno certo quattro ragazzini con scarse risorse ad impedirvelo.
Io comunque la mia parte l’ho fatta. Image Tempo fa.
Tutto era cominciato alla fine degli anni Quaranta.
Da anni avevo un chiodo fisso, dare alla Terra un’età definitiva.
Certo, qualcuno ci aveva già provato.
Ma io, Clair Patterson, specializzando presso la University of Chicago, volevo essere più preciso.
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Apr 14 16 tweets 4 min read
Sudafrica, anno 1880.
Più o meno.
Faceva caldo, molto caldo.
Io la ricordo bene quella donna.
Era in uno degli scompartimenti di prima classe e mentre il treno entrava nella stazione di Port Elizabeth la sentii urlare dietro il finestrino del treno.

Fu proprio lei a denunciarmi. Image Una volta arrivata alla stazione di Cape Town.
E solo perché mi aveva visto muovere le leve degli scambi.
Immagino la scena.
Lei che grida: «L’ho visto, vi giuro che l’ho visto. E stava tirando le leve degli scambi ferroviari».
Quindi?

Facciamo un passo indietro.
Apr 12 24 tweets 7 min read
«La maternità deve diventare di nuovo cool. Dobbiamo fare sì che le ragazze di 18/20 anni vogliano sposarsi e vogliano mettere al mondo dei figli»
«C'è la realizzazione professionale ma anche la missione di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri italiani»(Sen. Mennuni) Non capisco l’indignazione.
Nel dicembre scorso molti capi di Stato hanno fatto riferimento nei loro discorsi al tema della maternità invitando le donne ad occuparsi unicamente di una sola cosa: fare figli per la patria.
Per esempio il dittatore della Corea del Nord Kim Jong Un. Image
Apr 10 25 tweets 6 min read
Io ci credevo veramente Johannes.
Ho pensato fin dall’inizio di aver scoperto qualcosa di universale, qualcosa che avrebbe unito i popoli del mondo.
Dalla torre di Babele in poi in molti si erano cimentati nel semplificare il linguaggio.
Io pensai veramente di esserci riuscito. Mi chiamo François Sudre e sono nato in Francia, ad Albi nel 1787.
Dopo aver studiato al Conservatorio mi ero messo a insegnare musica.
Quando presi la decisione di impegnarmi nella creazione di un linguaggio universale, mi trasferii a Parigi.
L’inizio fu più che soddisfacente. Image
Apr 8 15 tweets 5 min read
"Le colpe dei padri ricadono sui figli" recita l’Antico Testamento.
Ma dai, non è possibile.
Passi per "l'albero si riconosce dai frutti" del Vangelo. Ma perché le colpe devono ricadere su altri.
Perché?
Già perché?
Eppure dovrei sapere la risposta, perché a me andò anche peggio. Image Tutto cominciò nell’aprile del 1938 a Vienna.
Stavo passeggiando per la città quando vidi alcuni soldati tedeschi che si stavano divertendo obbligando alcuni ebrei a pulire con delle spazzole il suolo calpestato dai loro sacri "piedi ariani". Image
Apr 6 24 tweets 6 min read
Qualcuno ha scritto che “i numeri costituiscono il solo linguaggio universale”.
Vero.
Anche perché i numeri non sono mai solo numeri.
100
1.000.000
Cento
Un milione. Oppure 7 come le persone che incontrai quando tornai a Kigali il 21 luglio del 1994.

2, come le esplosioni che udimmo quella sera del 6 aprile 1994 quando tutto ebbe inizio.
E subito dopo la telefonata della mia segretaria.
«Hanno abbattuto l’aereo del Presidente Habyarimana» Image
Apr 5 16 tweets 5 min read
Da Pelè a Zico, da Ronaldo a Ronaldinho, da Kakà a Neymar.
Quando si parla di calcio brasiliano sono questi i nomi più gettonati.
Eppure sono io, nel mondo del calcio brasiliano, il giocatore più conosciuto al mondo.
Il miglior 171 nella storia del calcio. Image Non ci credete?
Ho giocato dieci anni tra i dilettanti prima di passare tra i professionisti.
Nel Botafogo, Fluminense, Puebla in Messico, El Paso in Usa, America di Rio, Bangu, Vasco e Ajaccio.
E vi garantisco che ognuna di queste squadre mi pagò regolarmente lo stipendio. Image
Apr 3 15 tweets 6 min read
I francesi mi battezzarono “la rana umana”.
Era il minimo dopo l'impresa che avevo compiuto.
Eppure non era stato facile, anzi.
Fu un percorso difficile, iniziato durante la mia infanzia.
Visto che mi avete dimenticato, forse è il caso di raccontarvi la storia della mia vita. Mi chiamo Raymond "Ray" Clarence Ewry e sono nato a Lafayette, una città statunitense situata nello stato dell'Indiana, il 14 ottobre 1873.
Avevo 11 anni quando la poliomielite rischiò di farmi rimanere sulla sedia a rotelle per tutta la vita. Image